Un gioco di parole, magari il solito, magari quello più efficace. Sentire bene significa sentirsi bene, le componenti emotive e dunque psicologiche si fondono con le intrinseche qualità uditive per regalare benessere ad ogni persona. Sono due lavori, quello sulla mente e quello nei confronti dell’udito, che si fondono. I consulenti audioprotesisti lo sanno bene: udito sano, mente sana. E se vogliamo anche il contrario. Perché se nell’articolo precedente parlavamo di situazioni giornaliere in cui l’udito sale in cattedra e si veste da protagonista, qui parliamo di quanto, un corretto funzionamento del nostro orecchio renda più facile la vita di tutti i giorni. O la renda semplicemente normale. Talvolta, un acufene o in qualsiasi problema uditivo a cui solo un audioprotesista può far fronte, travalica la normalità e potrebbe anche distruggerla senza che ce ne si possa accorgere. “Non me lo posso permettere”, scriveva e cantava Caparezza, uno che di problemi uditivi (purtroppo per lui e per chi ne soffre) se ne intende, visto che ha conosciuto il nemico acufene e lo ha portato anche in alcune sue canzoni. Nessuno dei nostri pazienti attuali e di quelli futuri, se lo può permettere. Perché lo abbiamo detto e ridetto: sentire bene è troppo importante per arrivare a sentirsi bene. La sensazione positiva di riuscire a tenere alta l’attenzione in una conversazione, di riuscire a capirne ogni parola, di ascoltare bene suoni e rumori e non fare confusione tra loro e vivere al massimo ogni situazione giornaliera che comporti l’uso dell’udito. Azzarderemmo l’80%. E dunque, come possiamo non stare bene nell’80% della nostra vita quotidiana? Come esperti audioprotesisti, ci avvaliamo del supporto di figure professionali che hanno a che fare con la mente: psicologi che riescono, da dietro le quinte, a far superare un problema mentale che deriva da uno uditivo. Può capitare, capita e capiterà: il supporto di un professionista che sa in primis di udito, sarà preziosissimo per sentirsi bene, dopo aver sentito bene.