Lo sappiamo oramai da anni e le conferme arrivano giorno dopo giorno: dobbiamo, per forza di cose, saper essere digitali. Tanti apparecchi acustici sono totalmente digitali, per esempio.
Ma tra il diventare effettivamente ‘digitali’, o semplicemente digitalizzarsi, ci sono delle azioni che dovremo saper fare, o sensi sviluppati e gestiti al meglio. Il fine? Riuscire ad usufruire di tutti gli strumenti digitali, senza incorrere in difficoltà inaspettate. Ed anche per l’udito, vale questo discorso. No, non parliamo delle telefonate (ne parleremo in articoli futuri), che da tanti decenni ormai arricchiscono le nostre giornate. La nostra premessa servirà per capire il finale.
La nostra storia non può che partire da Whatsapp, l’app di Messaggistica nata nel 2009 e che dal 2014 è sotto la gestione Zuckemberg, mette alla prova ogni giorno il nostro udito, grazie ai famosi messaggi vocali. Quanto allenano il nostro udito? Tantissimo. Molti di noi sono pigri e quindi preferiscono non mettersi a digitare sullo smartphone, bensì creare messaggi vocali. Crearli e riceverli, esponendo il nostro udito a continui stimolazioni, come possono essere voci ed anche rumori.
La qualità non è certamente altissima e spesso riesce a confondere le voci, questo dovuto ad una diversa percezione del messaggio vocale. Il digitale è certamente un’opportunità che ogni giorno si presenta davanti ai nostri occhi, ma può rappresentare un’insidia per il nostro udito. Se infatti gestito male, anche un messaggio vocale può diventare un ostacolo.
E non deve diventarlo, perché potrebbe realmente rappresentare il futuro. Ma non è solo Whatsapp che utilizza messaggi creati e prodotti dalla nostra voce: nel tempo tutte le app, che molte volte coincidono con i social, hanno dato l’opportunità agli utenti di scegliere tra la scrittura e la registrazione. Un consulente audioprotesista può dare il suo supporto anche in questi piccoli accorgimenti che possono far diventare ‘normali’ tanti minuziosi ostacoli quotidiani. Oggi ci sembrano dettagli, ma in realtà non lo sono.
Il nostro udito deve essere ben gestito per ascoltare anche il ‘virtuale’. In questo senso, gli audioprotesisti si aggiornano continuamente per prevenire questo tipi di problemi. Per citare un altro esempio, nelle ultime settimane sta spopolando una nuova app, ‘Clubhouse’, che presenta una novità storica: si potrà conversare soltanto tramite i messaggi vocali, come se fosse una radio tra due singoli utenti.
Le conversazioni come se fossero dialoghi. Possiamo farci mai trovare impreparati? Un consulente audioprotesista può aiutarti anche nelle questioni digitali.
Alfredo Marotta Social media